Digital Design Week 2021: la nostra selezione e considerazioni

Digital Design Week 2021: la nostra selezione e considerazioni

Si è appena conclusa sulle piattaforme digitali l’edizione 2021 della Digital Design Week, con la speranza di vederne realizzata nel mese di settembre la versione tradizionale.

Il Salone del Mobile rende Milano la protagonista indiscussa nel mondo del design contemporaneo, accendendo i riflettori su nuovi progetti, proposte d’avanguardia ed eventi in grado di valorizzare il “saper fare” italiano ma anche la sua contaminazione internazionale.

Anche noi di Modulor abbiamo partecipato da remoto al ricco palinsesto di talk e webinar proposti sulle principali piattaforme digitali… ecco alcune nostre considerazioni!

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Allestimenti del Fuorisalone nella sua edizione del 2019: sulla sinistra l’installazione “Home sweet home” di Missoni in Via Solferino, sulla destra Nendo in “Breeze of light”

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Time Machine, l’installazione durante il Fuorisalone 2017 nella nuova zona del design Ventura Centrale

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Time is Time, un ambiente immersivo allestito negli spazi di Superstudio durante la Design Week 2016 incentrato sul tema del tempo

Salone del Mobile e Fuorisalone: Milano la capitale del design

Sembrano passati secoli da quando Milano, nelle settimane centrali di aprile, si riempiva di turisti internazionali, giovani designer emergenti, professionisti in caccia di proposte innovative e studenti universitari bramosi di eventi e lanci di nuovi prodotti.
Dall’appassionato di design, al professionista del settore, al semplice cittadino amante della vita mondana: la settimana del Salone del Mobile è sempre riuscita a catturare gli interessi di tutti.

Una delle poche manifestazioni in grado di coinvolgere un pubblico talmente ampio da trasformare Milano in una grande “comunità del design”.
Impossibile camminare lungo le vie del capoluogo durante quei giorni e non essere coinvolti nel cuore pulsante della Design Week.
Grafiche colorate che identificano i vari distretti, installazioni artistiche e banner pubblicitari con qualche pezzo d’arredamento appena lanciato sul mercato raggiungono ogni angolo della città.

La variante professionale del Salone del Mobile, negli immensi spazi di Rho Fiera e ancor più il suo Fuorisalone organizzato in zone del design in continuo cambiamento sembrano ormai un vecchio ricordo. Due realtà che nel corso degli anni hanno conosciuto un successo tale da diventare entità ben distinte, ciascuna con il proprio pubblico di riferimento.

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Fuorisalone, la cartina con i distretti del design per l’edizione 2019.
Sulla destra, il logo ufficiale del Salone del Mobile

Digital Design Week: cosa è e che cambiamenti apporta alla versione tradizionale?

L’annullamento dello scorso anno a causa dell’emergenza sanitaria e il suo futuro incerto anche per la versione 2021 non hanno tuttavia fermato la creatività della Design Week.
L’edizione 2020 della Design Week si era già spostata sui canali digitali, incontrando l’approvazione e coinvolgimento di entrambe le realtà che la costituiscono. Salone del Mobile e Fuorisalone mai come oggi si trovano a dialogare reciprocamente per dar vita a un ricco palinsesto di eventi.
Conversazioni, webinar e riflessioni su cosa significhi fare design oggi e sulle varie sfaccettature di questo mondo.
Le stringenti normative di sicurezza hanno completamente rivoluzionato anche la metodologia di presentazione dei nuovi prodotti.
La presenza fisica è ormai una possibilità troppo restrittiva per cui naturalmente l’attenzione si sposta sul mondo digitale.

Per non fermare la grande macchina del design, le realtà che hanno sempre accompagnato l’edizione tradizionale della Milan Design Week hanno organizzato una versione digitale.
La Digital Design Week 2021 si è svolta sulle piattaforme web di Interni (storica rivista associata alla settimana del Salone), Fuorisalone e AD Italia. Dal 12 al 19 aprile ecco allora una serie di riflessioni che hanno coinvolto figure professionali.

Dal mondo dell’arredamento, all’architettura, ma anche letteratura, tecnologia, arte e realtà artigianali si scambiano pareri e riflessioni sui temi contemporanei che muovono il design. Nello specifico caso di Interni inoltre, la sua versione è proseguita fino al 23 aprile, con l’appuntamento serale fisso programmato alle 18.30 in streaming.

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Una citazione di Marco Spinelli, condivisa sui profili social di AD Italia che sottoline l’imporatnza del “su misura”.
Sulla destra: Poltroncina San Siro, progettata da Jasper Morrison per Cappellini e presentata durante la Digital Design Week 2021

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Tavolo Aldford di Bentley Home – Luxury Living Group disegnato da LLG Creative Team

Smartworking e nuova percezione dell’ambiente domestico

Tema indubbiamente contemporaneo durante questa Digital Design Week è stato l’introduzione del concetto di smartworking e la nuova domesticità.
Noi di Modulor abbiamo già affrontato questo tema, portando anche esempi di progettazione avvenuti durante i precedenti mesi.

A tal proposito, è interessante l’interpretazione proposta da Lara Facchinetti, HR Manager di Zamperla, nel capitolo “Studio” del laboratorio proposto da Strategy Innovation. Il tema di riflessione si sposta sull’ibridazione tra il lavoro da casa e la vita in ufficio, notando come la miglior condizione lavorativa derivi dall’integrazione di entrambi.
Se prima il mondo lavorativo e la sfera privata erano ambiti ben distinti della nostra quotidianità, ora capita spesso durante una conferenza online di assistere a piccole “intrusioni”. Figli incuriositi dallo schermo e animali domestici scappati dal proprio posto diventano attori di una connessione non solo concettuale, ma anche fisica e visiva. In quest’ottica, la migliore produttività si raggiunge riuscendo a trarre vantaggio da entrambi i contesti lavorativi.
La casa viene identificata come l’ambiente della concentrazione, dove isolarsi dai colleghi, e l’ufficio è invece ambiente della condivisione.

Quello che manca durante lo smartworking sono infatti le riunioni improvvisate e il processo di brainstorming che nascono spontaneamente durante una pausa caffè. Legate alle nuove esigenze di riconfigurazione spaziale, come costatato anche dalla nostra esperienza, si apre in parallelo il cambiamento nella percezione dello spazio lavorativo.

A tal proposito è interessante riportare il punto di vista di Marco Roversi, collega specializzato nella progettazione si arredi su misura in ambito contract. Se infatti la riconfigurazione dell’ambiente domestico è spesso restrittiva, e vincolata a cambiamenti non troppo invadenti, lo spazio di lavoro subisce un cambiamento radicale. Viene proprio ripensato nella sua impostazione basilare, facendo della flessibilità la sua caratteristica fondante.

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Funivia, illuminazione a sospesione progettata da Carlotta Bevilacqua per Artmide 

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6×6 il sistema modulare per l’ufficio progettatao da Roversi

La reinterpretazione delle componenti impiantistiche

La continua ricerca di flessibilità dell’ambiente lavorativo avvicina ulteriormente il contract al mondo del retail, abituato a cambiamenti continui.
La progettazione della componente architettonica diventa allora un punto fondamentale per garantire infinite configurazioni spaziali.
Come nel caso dei white boxes per il mondo del retail, la componente impiantistica viene reinterpretata ora più che mai per il suo impatto estetico.

A portarne un grande esempio è sicuramente la logica progettuale proposta da Davide Groppi durante il talk “Abitare lo spazio di lavoro” proposto da Lombardini22. La visione del designer di fama internazionale è proprio legata alla flessibilità della luce, che si svincola dall’impianto elettrico a cui appartiene.
Le soluzioni proposte nel corso degli anni dallo stesso designer sono sempre state pensate con la volontà di rendere la luce libera da vincoli impiantistici preesistenti. Fornire la luce giusta non significa soltanto permettere di vedere lo spazio ma anche di sentirlo.
Un’impostazione che diventa sempre più scenografica con un lavoro di progettazione che diventa lavoro di eleganza.

Secondo esempio è la serie di progetti portati dall’architetto Duccio Grassi durante il talk Design beyond Matter (il design oltre la materia).
Una relazione tra componente architettonica e impiantistica che supera il livello di necessarietà per diventare integrazione progettuale con la visione estetica.

Altra tematica connessa alla relazione tra esigenze strutturali e flessibilità del progetto è quella dello sfruttamento degli interstizi, la cosiddetta architettura in between. Abbiamo da poco analizzato le potenzialità della progettazione di arredi funzionali in grado di ottimizzare gli spazi e condividiamo quindi a pieno le riflessioni di Daniele Lago, fondatore della nota azienda di arredamento in serie.
L’in-between non è soltanto tematica di progettazione dell’ambiente domestico ma anche la metafora della relazione tra il brand e la propria comunity.

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Infinito, Davide Groppi

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Zara Rome, Duccio Grassi Architects.
Sistema impiantistico e allestimento si coiugano in un elemento progettuale che si mimetizza nell’ambiente.

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Max Mara Tokyo Ginza Home, Duccio Grassi Architects

Sostenibilità e impatto ambientale: le visioni legate al design

Una delle tematiche forse più inflazionate negli ultimi anni è sicuramente legata alla sostenibilità e all’impatto ambientale.
Innumerevoli potrebbero essere le visioni e progetti che ne fanno da porta bandiera.
Dal mondo della progettazione il tema dell’economia circolare si sposta direttamente al mondo produttivo trovando infiniti sfoci.

Che cosa significa però effettivamente essere sostenibili al giorno d’oggi?
Produrre utilizzando materiale di riciclo non sempre è la soluzione definitiva. Bisogna mettere infatti sul piatto della bilancia l’insieme ciclo di vita degli arredi e considerare il loro impatto ambientale anche nel corso degli anni.
Ecco allora che la parola “riciclo” compare diverse volte durante questa Digital Design Week.

L’architetto e designer Paola Navone porta la sua visione degli oggetti di riciclo come una serie di prodotti artigianali ricavati dagli scarti di lavorazione.
Una visione che vuole rompere gli schemi portando colore e allegria all’interno dei progetti riuscendo a valorizzare quella che è la manualità artigianale locale.

Giuseppe Pedrali, amministratore delegato dell’omonima azienda bergamasca, si sofferma inoltre sull’aspetto normativo della sostenibilità.
“Essere sostenibili” è ormai diventato il motto comune di diverse aziende produttrici, ma quante di loro effettivamente si soffermano sulle certificazioni che posso attestare ufficialmente questa caratteristica? I processi produttivi sono effettivamente controllati e progettati in modo da ridurre gli sprechi e incidere il meno possibile sull’ambiente?

Ico Migliore, architetto di Migliore+Servetto, sottolinea come il tema della sostenibilità non sia soltanto legato ai materiali ma al comportamento degli utenti.

Tra tutti i pensieri analizzati, quello che sicuramente noi di Modulor sposiamo completamente è quello proposto dall’architetto e designer Piero Lissoni durante la conversazione “Tutto è progetto” disponibile su AD Italia.
La sostenibilità consiste nel progettale arredi in grado di durare nel tempo.

Cosa significa fare design oggi? Come emergere all’interno di un mercato sempre più ampio?

Condividiamo ancora una volta le parole di Piero Lissoni come fulcro e riassunto di questa Digital Design Week.
Il mondo del design ragiona ora worldwide, ciò che consente di essere valorizzati è l’alta qualità e il saper mantenere e conservare il “fare artigianale”.

Pur sapendosi relazione alla sempre più frequente tecnologia e al mondo dell’intangibile, è fondamentale riconoscere la ricchezza offerta dall’artigianato. Il nuovo modello di artigianalità, seppur abbia perso alcune qualità trasmesse negli anni, incontra nuove possibilità.

Saper relazione la capacità di usare le mani, il toccare i materiali e interpretarli con tecnologie incredibili consiste nel design del futuro.
Un design meno disegnato e più prodotto.
Seppur il termine stesso “design” ossia disegno industriale, sembrerebbe viver all’opposto della concezione di artigianalità, la congiunzione di questi mondi è la vera chiave innovativa per il futuro della progettazione di interni.

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Round D.154.5, la storica poltroncina disegnata da Gio Ponti e reinterpretata in veste contemporanea da Molteni & Co

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Soriana, Afra e Tobia Scarpa per Cassina
Sulla destra: Pacific, la nuova collezione firmata Patricia Urquiola per Moroso

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Il sistema di sedute Connery disegnato da Rodolfo Dordoni per Minotti

Ottimizzare spazi con arredi funzionali: un monolocale a Milano

Ottimizzare spazi con arredi funzionali: un monolocale a Milano

Un monolocale nella zona periferica di Milano in grado di ottimizzare gli spazi a disposizione con arredi funzionali. La scelta materica esprime semplicità e naturalezza, per rendere contemporanei gli interni su misura di questo accogliente appartamento.

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Un monolocale a Milano dall’aspetto accogliente

Abbiamo già affrontato il tema del vivere in spazi ridotti con questo appartamento in stile minimale nel cuore di Milano. A distanza di qualche anno la necessità di ottimizzare gli spazi non ha perso interesse ma ha invece aumentato la richiesta di arredi funzionali.

L’esempio di questo monolocale nella zona periferica di Milano esprime al meglio il concetto di praticità coniugata ad una linea estetica naturale.
Partendo dalla struttura originaria dell’appartamento, il progetto di ristrutturazione ha avuto inizio in primo luogo dall’organizzazione spaziale degli ambienti. L’ingresso, fungendo da filtro, funge da perno della gestione dei flussi interni. Frontalmente si apre la vista sulla cucina, essenziale ma ben attrezzata, che comunica visivamente con la zona giorno soppalcata in cui trova spazio un ampio letto.
Sulla sinistra rispetto all’ingresso si colloca invece l’antibagno, attrezzato a ripostiglio con armadiature di servizio. Da qui, l’accesso diretto al bagno con un’ampia doccia in cristallo e zona lavabo con mobiletto di servizio.

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Arredi progettati per ottimizzare gli spazi

Per sfruttare al meglio gli spazi a disposizione, gli arredi di questo monolocale sono stati progettati su misura ricavando vani di servizio dai vuoti strutturali e vincoli architettonici.

L’esempio migliore è sicuramente la realizzazione del sottoscala con ante e vassoi estraibili utili per la disposizione di oggetti dalle varie dimensioni.
Partendo infatti dalla modularità di alzate e pedate della scala di accesso al soppalco, nascono ante dalla lettura verticale la cui apertura avviene tramite push-pull. A seconda della necessità ciascun vano interno prende lo spazio di due o più pedate, attrezzandosi dove necessario di ulteriori vani estraibili.
Anche il tavolo da pranzo in quest’ottica può trovarsi in posizione a riposo, annesso alla parete attrezzata della zona TV e utilizzabile come scrivania, oppure spostato al centro della stanza per ospitare anche altri commensali.

Anche la parete attrezzata, per guadagnare ulteriore spazio di servizio, si compone di tre moduli distinti, i cui laterali vengono leggermente inclinati. La sagomatura dei diversi elementi consente una gestione ottimale degli angoli architettonici creando anche un maggior senso di accoglienza.

Il vuoto architettonico diventa allora la nuova tematica progettuale, andando ad attrezzare intercapedini e nicchie con ripiani e vani a giorno. È il caso per esempio del pilastro principale, inglobato nella struttura divisoria tra cucina e zona giorno. La parte inferiore ospita ripiani interni accessibili tramite un’anta con apertura a push mentre la parte superiore si compone di ripiani a vista in nicchia.

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Passaggi funzionali ma anche concettuali

Altro punto focale è l’antibagno, che da ambiente richiesto per normativa diventa anche spazio utile per lo stoccaggio di prodotti per la pulizia e armadiature di servizio. Cassetti e ante con ripiani interni regolabili in altezza sono a servizio per lo stoccaggio di prodotti dalle diverse dimensioni.

Anche nell’ambiente bagno, la progettazione degli arredi in modo da renderli funzionali da vita ad un ambiente ampio e luminoso.
Il cambio di pavimentazione segna il passaggio non solo fisico ma anche concettuale e visivo ad un ambiente più intimo e riservato. La vista frontale sulla finestra regala ampia illuminazione naturale, diffusa in tutto l’ambiente grazie anche alla scelta dei materiali.
La chiusura in cristallo della doccia riduce al minimo i dettagli in alluminio, mentre l’ampio specchio annesso al mobile di servizio amplia la percezione dello spazio.

Ottimizzare gli spazi nell’ambiente bagno significa sfruttare tutte le intercapedini a servizio: è un esempio il mobiletto a giorno in rovere sotto la finestra. I ripiani a servizio per carta igienica e piccoli prodotti per l’igiene personale in finitura lignea ricava infatti il proprio spazio lateralmente al calorifero, senza tuttavia risultare opprimente. Piccoli accessori quali il porta salviette estraibile arricchiscono di funzionalità un mobile bagno esteticamente semplice e pulito. Ad essere valorizzati sono così le forme semplici ed autentiche.

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Colori e materiali naturali per un monolocale contemporaneo

La praticità degli arredi non si riscontra soltanto nella composizione degli stessi e nella loro disposizione spaziale, ma anche nella scelta materica che li caratterizza. Per le superfici orizzontale la scelta è ricaduta nel rovere, legno naturale per eccellenza con ottime caratteristiche di resistenza e lavorabilità.
La sua linea estetica con venature calde lo rende accogliente e trasmette spontaneità e tradizione. Dal pavimento in parquet al piano cucina e ripiani dei vani a giorno, la sua presenza diventa il tocco di autenticità della linea stilistica adottata.

Per le superfici verticali è stato invece scelto il bilaminato telato, i cui toni caldi ma neutri lo rendono delicato ma incisivo al tempo stesso.
Tra i maggiori vantaggi di questo materiale, si ha sicuramente l’alta resistenza abbinata ad un prezzo molto accessibile.
La sua finitura lo rende inoltre morbido all’impatto estetico e texturizzato al tatto, esprimendo attenzione nei dettagli.

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La ristrutturazione di questo monolocale a Milano ha coinvolto tutti i livelli di lettura del progetto. Dalla distribuzione planimetrica degli ambienti alla scelta di materiali e finiture. La scelta di arredi funzionali consente di ottimizzare gli spazi fornendo ambienti non solo esteticamente apprezzabili ma anche pratici e facilmente vivibili.

I vuoti architettonici e gli elementi strutturali nascondono grandi potenzialità, basta osservali con occhi creativi!

Per vedere altri esempi di piccoli ambienti ottimizzati negli spazi con arredi funzionali puoi sbirciare a questo monolocale in stile minimal  oppure a questa realizzazione in stile shabby chic

Arredi in serie adattati con soluzioni su misura

Arredi in serie adattati con soluzioni su misura

La progettazione su misura e gli arredi in serie appartengono a due mondi differenti, portando con sé un grande repertorio di soluzioni e progetti. Ciascuno possiede grandi pregi e opportunità, ma entrambi conoscono anche i propri punti deboli. Capita talvolta che questi due mondi entrino in contatto, aiutandosi e sostenendosi a vicenda. Dopotutto è risaputo: l’unione fa la forza!

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Un importante bagno padronale con arredi in serie eleganti.
Lateralmente, mantovane su misura nasconoscono i binari di sostegno delle tende

Arredi in serie e su misura: eterni rivali? Niente affatto!

È credenza comune considerare gli arredi in serie e le soluzioni su misura concorrenti spietati. Nulla di vero!

Si tratta infatti di realtà differenti che forniscono valide proposte progettuali ai clienti, offrendo loro un mercato in grado di soddisfare ogni richiesta. Gusti, necessità e desideri della clientela si trovano ad interfacciarsi spesso con vincoli intrinsechi.
Tra questi: limiti di budget, vincoli di produzione, tempi di consegna, disponibilità e varietà di alternative.
All’interno del mondo della progettazione e produzione di arredi esistono infatti un’infinità di aspetti secondari che definiscono i punti di forza, ma anche i limiti di ciascuna azienda.

Possiamo immaginare il mondo dell’arredamento come un range di parametri, ai cui estremi si trovano i principi cardine dei due mondi.
Da un lato, l’arredamento in serie a prezzo super economico in grado di distruggere qualunque mercato concorrenziale.
La sua filosofia è sicuramente legata ad una democraticizzazione del design che sfrutta la grande produzione industriale per contenere i prezzi e rendere i propri prodotti accessibili a tutti.

Nell’estremità opposta un mercato di nicchia, legato al concetto di “esclusività”, ricercato proprio per la sua impossibilità di riproduzione identica e opportunità di personalizzazione.
La scelta di questa tipologia di arredo è legata ad una sensazione di privilegio nella sua disponibilità.

Tra questi due opposti trovano spazio le infinità di aziende che vivono quotidianamente il design.
Abbracciare l’intera gamma del mercato di questo settore sarebbe impossibile e controproducente, portando scarsi risultanti sia per l’azienda produttrice sia per il cliente stesso.

Ne conseguono necessariamente una specializzazione nella tipologia di prodotti e una individuazione del target di riferimento.
Proprio per questo, arredamento in serie e soluzioni su misura non si possono considerare competitors perché abbracciano filosofie, target e sistemi produttivi differenti. La loro relazione è invece collaborativa e di sostegno reciproco, sfruttando al meglio le potenzialità di ciascuna parte.

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Potenzialità e vincoli degli arredi in serie

Uno dei principali vantaggi degli arredi in serie è la vastità del mercato a cui appartengono.
Questo consente infatti di accontentare i gusti di ciascun cliente, fornendo un’ampia scelta di soluzioni e varianti. A questo si somma un vantaggio economico derivante dall’ottimizzazione della produzione.
Sfruttando infatti la produzione industriale e la reiterazione dei pezzi, si riesce a ottimizzare al meglio la fase produttiva, riuscendone a contenere i costi. Questo implica anche una sempre più attenta precisione e miglioramento dei singoli elementi.

Dall’altro lato proprio questa riproducibilità specifica limita il margine di intervento e personalizzazione. Il mondo degli arredi in serie lavora in “moduli” riproducibili e combinabili.
La personalizzazione consiste nel saper abbinare i singoli elementi e organizzarli in modo differente, ma non consente sicuramente una customizzazione del prodotto specifica come nell’arredamento su misura.

Ecco allora cucine a isola, penisola o monoblocchi che assumono conformazioni differenti a seconda dell’ambiente in cui vengono inserite.
Queste trovano tuttavia i primi ostacoli nel momento in cui sussistono vincoli architettonici o richieste particolari da parte di clienti.
La personalizzazione non copre tutti i livelli di lettura dell’arredo.

È proprio qui che interviene la progettazione su misura, offrendo la sua attenzione al dettaglio e progettazione personalizzata.

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Quando arredamento in serie e su misura si incontrano: uno specchio sagomato a tutta altezza si inserisce in un contesto SPA con arredi scenografici di importanti case produttrici

Intervenire con soluzioni su misura: una cucina in stile contemporaneo

Laddove la fornitura di arredi in serie arriva al proprio limite di personalizzazione, entra in gioco la flessibilità e spirito di adattamento dell’arredamento su misura.

Ad offrirne un ottimo esempio è questa realizzazione in stile luxury distribuita su tre livelli.
L’intervento di manutenzione e collaborazione con Modulor ha coinvolto diversi ambienti.

Prima tra tutti la cucina, composta da una parete attrezzata con ante a tutta altezza al lato destro dell’accesso e un’isola centrale con cappa di design. Proprio in quest’ultimo elemento, la composizione volumetrica dell’arredo fornisce un ampio piano utilizzabile come piano lavoro impedendo però la sua fruizione di consumazione dei pasti.
Attrezzando il piano lavoro con ante e cassetti inferiori infatti, non era utilizzabile come piano di appoggio per pasti veloci, poiché non forniva un adeguato spazio per la seduta dell’utente.

Trovare soluzioni su misura ha significato in questo esempio ricavare una nicchia laterale nel volume dell’isola. In questo modo, anche con una profondità non molto ampia, è stato possibile per i clienti trovare il giusto spazio per sedersi comodamente tenendo le gambe perpendicolari alla struttura. Un comodo punto snack bar da 2/3 persone che non rinuncia tuttavia a superficie di lavoro e piano di appoggio.

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Una cucina ad isola importante modificata con soluzioni su misura: nel volume inferiore si è ricavata una nicchia per poter sfriuttare il piano di lavoro anche come punto di appoggio per la consumazione di pasti veloci

La zona notte tra passaggi segreti e camere da principessa

Anche nella zona notte, la progettazione su misura ha trovato agio per esprimere la sua esperienza e personalizzazione.

La cameretta in stile classico si caratterizza per la presenza di un importante letto con drappeggi e testata imbottita dall’aspetto fiabesco. Sfruttando una nicchia architettonica laterale, è stata inserita una scrivania con pensile e mensole sagomate in modo da renderla parte integrante della configurazione spaziale.

Il piano su misura della scrivania è accompagnato da una cassettiera con fascettature che funge anche da elemento portante.
A questa si accompagna un pensile con antina modanata e mensole in MDF laccato opaco bianco che riprendono la boiserie a parete.

Anche i comodini riprendono lo stile della cameretta con maniglie in lamiera sagomata a forma di farfalle.
Il bagno di servizio laterale illumina l’ambiente con un rivestimento a parete in piastrelle bianche lucide, doccia in cristallo e lavandino a colonna con specchio su misura a parete.

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La cameretta da sogno di ogni principessa ospita un importante letto con drappeggi e schienale imbottito 

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Dettagli di una cameretta proveniente dalla grande distribuzione: drappeggi e schienali imbottiti si sposano perfettamente a comodini con maniglie in lamiera sagomata

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La scrivania in nicchia riprende lo stile classico della boiserie a parete attraverso modanature delle ante

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Mensole e ante in MDF laccato bianco dai toni caldi per questa scrivania in stile classico

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Lo specchio su misura accompagna il lavabo a colonna di design in stile classico

Rimanendo nella zona notte si passa successivamente alla cabina armadio, i cui toni dell’arancione donano un tocco di carattere e freschezza all’ambiente pur rimanendo elegante e imponente.

All’interno della struttura laterale si nasconde invece un meccanismo a scomparsa. Quella che apparentemente sembrerebbe una panca di appoggio nasconde un’antina a ribalta con un sistema di canali interni che consentono di portare direttamente gli indumenti sporchi nella zona lavanderia. Questo canale di condotta interno si intercetta anche a livello della zona giorno attraverso l’apertura di un’anta sul fronte esterno della cucina. Quella che apparentemente sembra far parte della boiserie modanata si trasforma in punto di deposito per gli strofinacci che sfruttando la pendenza interna vengono portati direttamente in lavanderia.

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Composizione di una cabina armadio con elementi in serie: ai lati appenderie e ripiani rivestite in pelle arancione, al centro una cassettiera in bilaminato texturizzato

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La parete laterale della cabina armadio con ripiani e appenderie.
Sulla destra, la piccola panca di servizio nasconde il canale che conduce alla lavanderia

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Sinistra: il meccanismo con anta a ribalta da cui parte il condotto per gli indumenti sporchi.
Destra: l’anta incorporata nella boiserie che intercetta il percorso per i prodotti della cucina.

Stile industriale: dall’anima grezza all’impronta professionale

Stile industriale: dall’anima grezza all’impronta professionale

Lo stile industriale ha sempre più caratterizzato gli interni degli ultimi anni, diventando emblema di uno stile di vita autentico ed essenziale. Dalla sua accezione rustica tradizionale, ha conosciuto poi la variante ricercata e contemporanea, influenzata da finiture e linee luxury.

Specialmente nella realtà delle cucine su misura, l’impronta grezza e tradizionale ha lasciato il posto a conformazioni moderne ispirate alle soluzioni professionali della ristorazione. Funzionalità ed efficienza diventano le parole chiavi per uno stile essenziale e moderno.

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Librerie in ferro con dettagli in legno arricchiscono questa sala relax in stile industriale progettata da Locatelli Partners e realizzata da  Modulor

Lo stile industriale nella sua evoluzione storica

Per risalire alle origini dello stile industriale bisogna spostarsi oltreoceano, più precisamente a New York. Siamo negli anni del dopoguerra, quando nel corso degli anni ’50, la richiesta di abitazioni a basso costo sfocia nel riutilizzo di spazi dismessi.
La forte impronta stilistica legata a questi ambienti dà origine a un vero e proprio fascino per l’archeologia industriale.

I riferimenti iconografici del tempo, contestualizzati nel mondo dell’arte e della cinematografia, accentuano questo movimento stilistico, introducendo sempre di più la percezione del relitto architettonico come scenario di vita quotidiana.
Un esempio tra tutti è la Factory di Andy Warhol, studio per i suoi lavori negli anni di esplosione della Pop Art.

Dalle grandi metropoli americane il nuovo stile si è indirizzato poi alle piccole realtà locali, per sbarcare nel corso degli anni ’80 in Europa.
Ad accogliere con entusiasmo le tendenze provenienti dal nuovo continente sono per lo più le grandi città rivoluzionarie di Londra e Berlino.
Non è un caso infatti che Londra sia stata la protagonista della grande rivoluzione industriale, dalla cui ambientazione lo stile industriale ha attinto nello sviluppo di nuovi scenari domestici.

La successiva diffusione nei restanti paesi d’Europa e del mondo ha coinciso con la contemporanea necessità di riduzione dello sfruttamento del suolo.

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Andy Warhol nella sua factory, icona cinematografica negli anni di grande successo della Pop Art

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I metalli sono i protagonisti dello stile industriale, abbinati a legni grezzi, cemento e resine industriali

Il fascino dello stile industriale nella sua concezione architettonica

Il mondo industriale come punto di riferimento per la realtà domestica è stato ben assimilato dalla cultura del tempo anche per la sua ventata rivoluzionaria.
L’industria ha infatti segnato un punto di rottura con il tradizionale, specialmente per i cambiamenti sociali che ha introdotto la rivoluzione di fine 800.

Lo stile industriale valorizza il “relitto architettonico”, portandosi con sé una visione romantica dello scorrere del tempo sugli edifici.
Il riuso degli spazi industriali privilegia così le architetture funzionali, trasformando gli elementi strutturali in punto focali di interesse.
Tubature, pilastri in cemento, ampie vetrate con infissi in metallo, mattoni a vista e muri scrostati sono elementi da preservare accuratamente.

mansarda industriale Bergamo 05

In questa mansarda, le travi a vista e le murature tradizionali rappresentano la firma stilistica degli interni

loft rustico tradizionale

Ampie vetrate, mattoni a vista e struttura in metallo per questo loft rustico in Kyiv.
Fotografia: Andrey Avdeenko

Tra impianti a vista, materiali e pavimenti..

Dal punto di vista dell’organizzazione spaziale a svolgere un ruolo fondamentale è sicuramente l’open space e gli ampi soffitti: spazi a pianta libera caratterizzati dalla mancanza di partizioni verticali, meglio ancora se impostati per sfruttare le ampie altezze.
Nasce il mito del Loft, in cui l’organizzazione funzionale degli ambienti domestici ruota attorno allo sfruttamento delle doppie altezze.

Mantenendo lo scheletro dell’infrastruttura esposto, le componenti impiantistiche diventano sinonimo di autenticità e caratterizzano fortemente lo spazio.
I pavimenti sono per lo più grezzi, con cemento o resine industriali, mentre l’illuminazione avviene indubbiamente dalle ampie vetrate. Queste, mantengono la loro impostazione industriale con un telaio metallico e partizioni verticali, abolendo nel modo più assoluto tende o frangisole.
L’illuminazione artificiale avviene tramite apparecchi a vista dall’aspetto grezzo, sicuramente in metallo e nella maggior parte dei casi tramite strutture di sospensione a vista come binari o tiranti.

stile industriale arredi e colori

Riferimenti cromatici e arredi in tipico stile industriale

appartamento Alba 09

A donare calore a questa cucina è il tavolo in legno dalle dimensioni importanti 

L’accezione contemporanea

Nella sua accezione contemporanea lo stile industriale incontra due diverse varianti.

Da un lato, riprendendo il suo spirito naturale, sposa l’interesse vintage adornando lo spazio di oggetti d’antiquariato dalla forte impronta tradizionale.
È in quest’ottica che compaiono orologi a parete in ferro battuto, sedie in metallo diverse una dall’altra abbinate all’immancabile tavolo in legno massello.
Meglio ancora se riutilizzato da un vecchio laboratorio in modo che conservi sulla sua superficie tratti e segni di utilizzo.

soggiorno Loft industriale

Un prestigioso Loft industriale con arredi in ferro cerato nero rispecchia il contesto architettonico in cui è inserito

cucina Loft industriale

Una cucina interamente rivestita in acciaio per questo loft newyorkese

La ristorazione professionale come fonte di ispirazione

Dall’altro lato, l’ispirazione alle cucine industriali sempre più funzionali e attrezzate entra prepotentemente nell’immaginario comune. Basti pensare alla quantità di programmi televisivi che quotidianamente ci propongono piani di lavoro in acciaio con struttura a isola e cappe industriali dalla forte impronta stilistica.

Dalla realtà delle cucine industriali attinge il filone che si potrebbe definire “luxury” del industrial style contemporaneo. Abbinato a marmi o vetri retro verniciati, le cucine in stile industriale contemporaneo si rivestono di acciaio inox. Attrezzate con elettrodomestici d’avanguardia, privilegiano la funzionalità e i materiali altamente resistenti.

Tuttavia, anche l’industriale contemporaneo non rinuncia ad un ambiente caldo e accogliente. Il tavolo da pranzo il legno o la poltrona di design in pelle caratterizzano allora lo spazio donando calore ed eleganza.

appartamento Alba 05

La ristorazione professionale è il mondo di ispirazione per materiali e tipologie di questa cucina piemontese

appartamento luxury industrial 04

Una cucina tra stile industraiele e luxury, arricchita dal piano in marmo e profili sagomati delle maniglie

cucina essenziale acciaio

La struttura ad isola è la tipologia più diffusa per le cucine industriali

Funzionale ed estremamente pratico, lo stile industriale si indirizza a personalità decise e sempre in movimento. Le sue linee semplici abbinate a materiali altamente resistenti lo rendono pratico ed eterno, pur senza rinunciare ad un tocco di tradizionale calore. 

Progettare un angolo smartworking secondo Modulor

Progettare un angolo smartworking secondo Modulor

Gli ultimi mesi hanno visto la nostra quotidianità completamente rivoluzionata dalla pandemia mondiale che ci ha colpiti.
Non solo sono cambiate le nostre abitudini, dai piccoli gesti di vita quotidiana alla modalità di fruizione dei servizi, ma anche il mondo lavorativo e privato sono stati visti da una diversa prospettiva.
Se fino a poco tempo fa infatti la convivenza tra vita domestica e lavoro era una scelta volontaria di poche persone, ormai quasi tutti i nuclei famigliari si sono confrontati con concetti quali lo smartworking, la DAD e i meeting online.

 Ma cosa significa a livello spaziale introdurre lo smartworking? Come sono cambiate le esigenze dei clienti per far fronte a questa tipologia di lavoro ormai abituale?

villa classica 01 angolo smartworking

Una scrivania in legno dallo stile retrò con parete attrezzata moderna per un angolo di smartworking tra classico e contemporaneo

LA CONVIVENZA TRA SFERA PRIVATA E MONDO LAVORATIVO

Il cambio di abitudini e stili di vita ha coinvolto tutti gli aspetti della nostra quotidianità. Dai semplici gesti quali stringere la mano come segno di conoscenza e rispetto o salutarsi con un caloroso abbraccio, al partecipare ad attività culturali e ricreative come spettacoli o concerti.
I cambiamenti che necessariamente sono stati introdotti hanno sicuramente stravolto la nostra percezione della sfera privata e relazionare.

A questo si aggiunge anche una nuova concezione del mondo lavorativo che è entrato sempre più nei nostri ambienti domestici.
In precedenza infatti, lavorare da remoto era stata una scelta od opportunità di pochi, che volutamente hanno saputo relazionare entrambi gli aspetti in un unico ambiente. Che sia riservando un’intera sala o suddividendo gli spazi domestici con una logica progettuale ben definita.
È il caso per esempio di questo ambiente casa-lavoro la cui progettazione ha seguito i principi del Feng Shui per organizzare le attività al proprio interno.

Da scelta ricercata, l’introduzione di un angolo smartworking è diventata ora esigenza necessaria. A maggior ragione se nello stesso nucleo famigliare i diversi utenti necessitano di una postazione computer e ambienti ben isolati per poter svolgere lezioni online o conferenze su Zoom senza interferenze.

monolocale Milano zona giorno 03

Atmosfera romantica e Shabby Chic per questo piano di lavoro essenziale

COME SONO CAMBIATE LE ESIGENZE DEI CLIENTI DURANTE IL LOCKDOWN?

I mesi di “reclusione” tra primo lockdown e successiva suddivisione in regione a seconda della distinzione cromatica hanno sicuramente influenzato il nostro modo di vivere la casa.
Basti pensare alla quantità di ore passate negli ultimi mesi tra le mura domestiche.

Come conseguenza di ciò, prima tra tutti, si è introdotta una visione critica dei propri ambienti. Piccole migliorie da apportare, dettagli estetici maggiormente ricercati, aggiunte funzionali in ciascun ambiente.
A dimostrazione di questo basti ricordare le code infinite nei megastore di arredamento e negozi di bricolage dopo la prima apertura di maggio 2020. Soluzioni più o meno improvvisate, che tante volte implicando anche una componente “autodidatta” per creare una maggior soddisfazione nel risultato finale.

Anche nell’arredamento su misura i clienti hanno seguito questa ondata di cambiamenti con richieste che potessero rendere più funzionali gli spazi di casa. Che sia una maggior attenzione nell’impatto estetico o una miglioria tecnica, a cambiare è stato sicuramente il modo di vedere la propria casa. A tutto questo si somma anche il già citato parametro della necessità, ed ecco formulata la richiesta più comune degli ultimi mesi: prevedere un angolo per lo smart working.

DAGLI AMPI SPAZI LAVORO… 

Già nelle nostre precedenti realizzazioni ci era capitato di dover realizzare angoli studi e pareti attrezzate con scrivanie per rendere funzionali i diversi ambienti di casa. Sicuramente librerie e più di tutto scrivanie sono passate ad essere al centro dell’attenzione. In alcuni casi, queste hanno occupato un’intera stanza dedicata con ambienti ampi e luminosi. È il caso, per esempio di questa postazione lavoro dal tocco industrial inserita in librerie a tutta altezza. Un elemento lineare corre lungo la parete forata da ampie vetrate fornendo un comodo punti di appoggio e lavoro. Ad abbracciare la zona relax centrale, librerie con spalle in ferro cerato nero e ripiani in legno.  Altro esempio è questo ballatoio attrezzato a studio, che sfrutta la pendenza del soffitto a travi per collocare una scrivania essenziale con affaccio sulla zona giorno, e libreria incastrata nelle altezze inferiori.

appartamento Alba 03

Il piano di lavoro in rovere si sviluppa lungo la parete laterale con linearità ed essenzialità negli interni industrial di questo appartamento

studio mansarda

Attrezzare una mansarda a studio consente di sfruttare le altezze interne pur rispettando la luminosità degli interni.
Una scrivania minimalista si affaccia sugli interni in stile pop contemporaneo di questo appartamento 

Con il passare del tempo e il cambiamento delle esigenze, anche gli spazi lavoro si sono adattati agli arredi esistenti, rendendosi più funzionali ed essenziali possibili.

Tra questi,  le classiche scrivanie ampie dotate di cassettiera e libreria a servizio. In questa versione è proposto un abbinamento materico e cromatico dall’impronta maschile: piano in linoleum grigio antracite con supporti in ferro verniciato. La accompagna una mensola sagomata con rivestimento in ferro cerato nero che con semplicità ed eleganza fornisce un pratico supporto per piccoli oggetti o libri.
Di fianco, una libreria con mensole che fa parte della struttura compatta che comprende anche il letto con apertura a bauletto e armadiatura con componente a ponte. Le spalle in ferro cerato nero si contrappongono ai ripiani in MDF laccato opaco, creando contrasti materici e cromatici dal forte carattere.

Scrivania metallo antracite smartworking
scrivania metallo antracite vista frontale

Una scrivania con piano in linoleun grigio antracite e profili in ferro, definisce l’impronta stilistica maschile di questa cameretta

dettagli libreria MDF e metallo

Dettagli della libreria e mensole in ferro cerato nero e MDF laccato opaco. Contrasti materici e cromatici.

Ai piccoli angoli di smartworking

Il passaggio temporale ha dato vita a progetti più essenziali, che sfruttano anche gli spazi ridotti con soluzioni pratiche e compatte. Tra queste, un piano appoggio con apertura a ribalta annesso a libreria esistente.
I richiani in legno diventano la chiave di lettura orizzontale, apparendo quasi incastonati tra le spalle verticali in MDF laccato. Giochi di profondità e geometrie danno vita ad un ambiente scandito da ritmo visivo essenziale.

libreria con piano smartworking chiuso
libreria con piano smartwoorking aperto

Il piano di appoggio di questa libreria in legno sfrutta la sua apertura a ribalta per ottimizzare al meglio lo spazio

dettaglio piani rovere spalle MDF
dettaglio vista fronte ripiani libreria

Dettagli materici dal forte carattere estetico: i ripiani in legno risultano incastrati nelle spalle dalla lettura verticale in MDF 

Dall’anima più romantica sono invece le soluzioni che sfruttano le altezze ridotte con piani grezzi e naturali. In questo esempio, un piano lavoro in ciliegio esprime tutta la sua unicità materica con nodi a vista e profilo rustico, senza rinunciare a dettagli ricercati. La linea progettuale semplice ma incisiva non rinuncia tuttavia alla praticità. Per questo, è stato previsto un foro per il passaggio dei cavi lungoi la profondità del piano rendendosi funzionale anche alla predisposizione elettrica.

vista frontale scrivania ciliegio smartworking

Arredi moderni ed elementi naturali si armonizzano in questo angolo di smartworking dall’anima autentica

dettagli piano scrivania ciliegio smartworking

Un piano grezzo in ciliego esprime tutta la sua naturalezza

Lo smart working che si è diffuso prepotentemente in questi periodi difficili molto probabilmente non rimarrà un fenomeno transitorio ma farà sempre più parte della nostra vita, diventerà uno spazio necessario nell’ambiente domestico. Noi progettisti siamo pronti a non non dimenticarlo in fase progettuale e seguirne le evoluzioni.